Nel comune di Lamporecchio, situato in prossimità del complesso naturalistico di Montalbano, si ha la possibilità di fondere cultura e natura. Alle passeggiate all’interno del Montalbano si possono unire le visite ai diversi monumenti, tra i quali l’Abbazia di San Baronto, originaria del VII secolo d.C., e la neo-classicheggiante chiesa di Santo Stefano.
Il territorio dell’odierno comune, compreso tra il Montalbano e il padule di Fucecchio è stato abitato fin dall’epoca romana. Nell’Alto Medioevo ha legato il suo nome al passaggio di San Baronto ed alla nascita del monachesimo e già appena dopo il Mille lo si trova menzionato come feudo del vescovado di Pistoia. Fino alla metà del XIII secolo la curia pistoiese se ne garantisce il controllo, come dimostrano numerose concessioni imperiali emesse da Federico I (1155), Enrico VI (1196) e Ottone IV (1209).
A partire dal 1244 la giurisdizione su Camporecchio viene affidata al comune di Pistoia. Seguono anni di lotte e dispute violente per il suo controllo, che vedono coinvolte Lucca, Pistoia e Firenze. Quest’ultima se ne annette i territori a titolo definitivo nel 1531, a pochi anni dalla nascita del Granducato di Toscana. Il comune dovrà attendere però ancora molti anni per ottenere la sospirata autonomia.
Nel 1774, all’epoca del grande riordino territoriale disposto dal Granduca Pietro Leopoldo di Lorena, Lamporecchio viene inserito nella “comunitas” e podesteria di Serravalle, dalla quale si stacca insieme a Larciano nel 1810. La sua definitiva conformazione territoriale è sancita nel 1897, quando si sono già consumati gli eventi che hanno portato all’Unità d’Italia. In quell’anno Larciano si rende autonomo.