Il comune di Cecina, con la sua popolazione di circa 26000 abitanti, è uno dei più grandi della provincia di Livorno. Da sempre florido centro sorto sulle rive dell’omonimo fiume, Cecina testimonia il suo ricco passato attraverso le sue ville: quella romana di San Vincenzino e quella settecentesca della Cinquantina.
La vallata del Cecina è stata da sempre un centro produttivo, a partire dal Paleolitico e dal Musteriano, quando sorgono le prime attività siderurgiche, che si sviluppano poi nell’Età del Ferro. La capacità economica dell’area, posta tra i più importanti centri minerari e la costa tirrenica, attrae immancabilmente gli Etruschi. Questi ereditano i territori dell’antica civiltà Villanoviana e fondando nella valle numerosi centri di collegamento tra Populonia e Volterra, punto di riferimento dell’area della Val di Cecina nei secoli a venire.
A partire dal II secolo a.C., i Romani cominciano ad estendere la propria autorità sull’Etruria, zona dall’ormai consolidata economia agraria e commerciale. In corrispondenza dell’arrivo di questa nuova civiltà vengono a decadere le attività di sfruttamento delle risorse mineriare, cui i Romani sono scarsamente interessati, mentre l’agricoltura subisce un’ulteriore incentivazione. A ciò si deve la costruzione della villa di San Vincenzino, presumibilmente residenza di qualche proprietario fondiario capitolino. L’edifico, abitato fino al IV secolo d.C., ci è pervenuto in buona parte della sua antica architettura. Contraddistinta dalla presenza di un’area termale, la cui cisterna è ancora perfettamente conservata, la villa offre un esempio piuttosto apprezzato di impianto idraulico per la raccolta di acque piovane.
Nel Medioevo Cecina è ancora una tenuta agricola, scarsamente abitatata, sulla quale esercitano il proprio dominio, i comuni di Riparbella e Bibbona, sotto l’egida della Repubblica di Pisa. Alla città della torre si deve nel 1338 la costruzione di un primo ponte per attraversare il fiume, rimasto in piedi fino al XVI secolo. In epoca medievale si ha lo spopolamento delle zone costiere, causato dall’impaludamento e dalla malaria. La Val di Cecina si trasforma in uno dei luoghi di diffusione del cristianesimo prima e del monachesimo benedettino poi. Nella stessa epoca iniziano a sorgere le prime fortezze e castelli, ma l’area dell’odierno comune non vede sorgere significative costruzioni.