La città di Livorno, sorge sul mar Tirreno pochi chilometri a sud-ovest di Pisa, al margine meridionale della pianura che dalla riva sinistra dell’Arno raggiunge le colline di Montenero.
Tre sono le ipotesi più accreditate circa la fondazione e l’origine del nome della città; nel primo caso Livorno sarebbe stata fondata dal re dei Molossi, Ligure e per traslazione il centro sarebbe stato chiamato Ligura poi nel tempo Livorna ed infine l’odierno Livorno; la seconda ipotesi assegna invece la paternità della città a Tirreno re dei Lidi. Cicerone, infine, narra sia di una cala, detta “Liburna”, presumibilmente per il fatto di essere adatta ad ospitare alcune imbarcazioni note come “liburne” o “liburnie”, sia del porto di “Labrone”, che costituiscono, con buona probabilità, tanto i luoghi del primo insediamento della città di Livorno quanto la radice etimologica del suo stesso nome.
Durante i primi secoli d.C. il nucleo abitato che occupa quest’area rimane in una posizione di assoluto secondo piano rispetto al porto ed alla città di Pisa della quale condivide le sorti durante lo sviluppo e la successiva dissoluzione dell’Impero di Roma. Dopo aver conosciuto i saccheggi delle orde barbariche che si spingono nella penisola: i Goti, i Longobardi e circa alla metà del VII secolo i Franchi, bisogna attendere l’XI secolo perché nel feudo la cui guida è affidata alla contessa Matilde, Marchesa di Toscana, venga eretto un simbolo di una struttura civile: la torre nota con il nome di “Mastio di Matilde”.
Livorno, ancora al centro di un territorio paludoso e malsano che non la rendeva certamente molto appetibile rispetto agli altri centri medioevali toscani, rimane nell’orbita politica di Pisa ancora nei primi secoli del secondo millennio d.C. Dopo la sconfitta della flotta pisana contro Genova nella battaglia del 1284 d.C. allo scoglio della Meloria, ed un breve periodo sotto il controllo dei Marchesi di Massa, Livorno prima torna sotto il controllo di Pisa, poi insieme a quest’ultima subisce l’egemonia di Genova che nel 1421 d.C. la vende per 100000 ducati a Firenze.
Parallelamente al declino del porto di Pisa, dovuto all’interramento degli approdi per i materiali trascinati a valle dall’Arno, Livorno subisce un costante sviluppo sotto l’attenta ed oculata gestione della famiglia Medici. Prima vengono restaurate le torri a presidio del porto, poi vengono rinforzate le strutture difensive e portuali, infine, l’architetto Buontalenti ne delinea il prospetto urbanistico a pianta pentagonale.
Nel 1496 d.C. la città è protagonista degli scontri che coinvolgono da una parte Firenze e Carlo VIII re di Francia e dall’altra la lega che riunisce intorno al Papa la maggior parte dei comuni toscani, il duca di Milano e le forze dell’imperatore di Germania Massimiliano I. Grazie alla grande vittoria riportata, la famiglia Medici comincerà a considerare Livorno il favorito emporio marittimo sul Tirreno tanto da ordinare la costruzione dell’Arsenale nella Darsena, erigere un nuovo faro, approntare le strutture del molo e lo scavo del canale dei Navicelli.
Il prepotente incremento demografico, che porterà la popolazione ad essere stimata in 30000 unità già nel 1736, segue le dichiarazioni di Cosimo I e la Costituzione Livorniana di Ferdinando I che fanno della città un porto franco a tutte le genti garantendo esenzioni fiscali, libertà di culto e di commercio.
Sotto il granducato di Lorena, e la guida di Francesco e Pietro Leopoldo la città assume, infine, l’attuale fisionomia urbana, espandendo la periferia lungo la costa ed alle spalle del porto e costruendo, oltre al quartiere commerciale della Venezia Nuova, anche quelle opere di utilità pubblica come il Cisternone, necessarie per soddisfare i bisogni di una cittadinanza sempre più numerosa.