Il comune di Montepulciano, ubicato ad un’altitudine di 605 metri s.l.m., si trova in provincia di Siena ed ha una popolazione di 13000 abitanti circa. A Montepulciano, le cui origini si fanno risalire al periodo romano, si possono ammirare il Duomo, le chiese di San Francesco, di Sant’Agnese, di Santa Maria delle Grazie, l’Oratorio di San Bernardo, il Teatro e la Casa del Poliziano.
Due elementi hanno favorito la crescita demografica e lo sviluppo di Montepulciano nel Medioevo. Innanzitutto il colle dove sorge il capoluogo si trova sull’incrocio di due importanti antichi tracciati: quello che collega Chiusi ad Arezzo e quello che attraversa la Val d’Orcia e scende fino alla Val di Chiana e al Trasimeno. In secondo luogo, la sua importanza strategica è accresciuta dalla posizione intermedia del borgo, posto in vicinanza dei confini con i territori di Orvieto, Perugia, Siena e Firenze.
Dopo il Mille Montepulciano ha notevolmente approfittato di questa sua collocazione geografica giocando con le alleanze ed acquisendo notevoli ricchezze vendendo i propri servizi e la propria fedeltà ora all’uno ora all’altro grande centro, fino a conquistare una notevole autonomia comunale. Nello stesso tempo il borgo è diventato una preda ambita a tutte le potenze e le lotte per il suo controllo sono state molte e molto accese.
Se nel Medioevo Montepulciano è una città ricca e potente, il suo prestigio inizia a declinare nell’età moderna. Nel 1511 viene assoggettato da Firenze. In tale periodo si sviluppano la gran parte delle architetture che arricchiscono il suo centro storico e Montepulciano viene anche eretta diocesi (1561), ma nello stesso tempo l’economia locale inizia una fase di lento declino. Nel Settecento, in epoca lorenese, i sovrani del Granducato esprimeranno più di una volta le loro preoccupazioni circa l’impoverimento dell’area.
La città torna a vivere un’epoca di importanza politica nell’Ottocento, diventando il principale centro amministrativo della Val di Chiana, risanata dalle opere di bonifica volute dai Lorena e proseguite poi dallo stato italiano all’indomani dell’Unità. Tuttavia anche quest’epopea è destinata a declinare. Nel secondo dopoguerra le popolazioni rurali della vallata si spostano al nord per trovare lavoro nelle fabbriche. Montepulciano, la cui area non vive quello sviluppo industriale che altrove ha fatto la fortuna della Toscana, rimane comunque un centro storico ed artistico di grande interesse.