Un tempo chiamato “la piccola Gerusalemme”, per via della sua consistente comunità ebraica, Pitigliano si trova in provincia di Grosseto ed ha una popolazione di circa 4000 abitanti. Nel comune si possono osservare la Fortezza e il Palazzo Orsini e un piccolo tempio di origine paleocristiana.
Le origini del borgo risalgono all’epoca degli Etruschi e dei Romani e sembra che un “vicus” sia stato presente anche in epoca longobarda, con il nome di Torianu. Tuttavia, le uniche notizie certe ci pervengono a partire dal 1061, attraverso una bolla papale di Niccolò II che conferma al vescovo di Sovana la sua potestà sulla pieve di Pitigliano. Nuove informazioni ci pervengono due secoli più tardi, quando si attesta nell’area la presenza dei conti Aldobrandeschi, in lotta con il comune di Orvieto.
Dopo la divisione in più rami della famiglia degli Aldobrandeschi, il territorio di Pitigliano viene assegnato a quello di Sovana. Nel 1293 subentrano gli Orsini, che faranno di Pitigliano il centro di controllo dei loro vasti possedimenti fino alla metà del XV secolo, respingendo le insidie di Orvieto e Siena. Solo nel 1445 si arrendono alla potenza bellica senese e vedono i loro domini ridotti alle sole fortezze di Pitigliano e Sovana.
L’autorità degli Orsini viene definitivamente soverchiata da una rivolta popolare nel 1562, che permette ai Medici di entrare in possesso del comune ed annetterlo al loro Granducato di Toscana. Il centro entra poi a far parte del Regno d’Italia nel 1860. I primi anni del XX secolo, prima dell’avvento del fascismo, lo hanno visto protagonista di un forte movimento contadino di protesta, che al culmine delle sue contestazioni occupa le terre incolte. Tale movimento è il progenitore naturale di quello partigiano che, qualche anno più tardi, darà battaglia ai nazifascisti durante l’occupazione del 1944.
Uno dei fiori all’occhiello di Pitigliano è la storia della sua comunità ebraica, formatasi all’epoca degli Orsini a seguito delle persecuzioni operato dallo Stato della Chiesa e del Granducato di Toscana nei suoi territori. Banchieri, medici e molti altri trovano ospitalità nei piccoli feudi come Pitigliano, Santa Fiora e Castellottieri, dove possono esercitare più liberamente le loro attività. A Pitigliano la comunità ebraica fonda anche una sinagoga, nel 1598.
Confinati nei ghetti all’epoca dell’estensione del Granducato, sempre più cittadini ebrei emigrano verso Pitigliano. Nel Settecento, grazie alle riforme “illuminate” dei Lorena, alcuni di loro partecipano anche all’amministrazione del comune, cosa che prima di allora era vietata loro. La presenza ebraica nella città è talmente radicata che nel 1799, all’indomani dell’occupazione francese, un’autentica sollevazione di tutti i pitiglianesi impedisce alle armate napoleoniche di saccheggiare il ghetto ebraico. La comunità, ridotta oggi a poche unità, celebra ogni una commemorazione dell’evento.