Il comune di Pontremoli, la “Città del Libro”, si trova in provincia di Massa Carrara, ad un’altitudine di 236 metri s.l.m. e con una popolazione di circa 8000 abitanti. Al suo interno è possibile visitare il castello del Pignaro, il settecentesco Palazzo Pavesi e la Cattedrale di Santa Maria Assunta.
Pontremoli è conosciuta come “Città del Libro” per aver ospito un mercato di libri fin dal 1458, agli albori della nascita della stampa industriale. Le fiere pontremolesi sono da subito divenute un importante punto di riferimento per il mercato dei libri. È proprio dall’alta Lunigiana che ha avuto luogo l’attività dei librai ambulanti, che diffondono la propria merce nel nord Italia ed anche in numerose località europee.
Troviamo menzione di Pontremoli in un diario di viaggio di Sigeric, arcivescovo di Canterbury, risalente agli ultimi anni del X secolo. Come molti altri pellegrini, l’ecclesiastico si imbatte nel borgo attraversando la Francigena, la strada di comunicazione più importante per chi nel Medioevo deve raggiungere Roma dal nord Europa. Centro dedito all’attività ospitaliera, Pontremoli ha un ruolo strategico, dal punto di vista politico, che nel corso degli anni gli farà acquisire notevoli vantaggi rispetto ai centri limitrofi.
Non a caso molti imperatori si interessano alla sua autonomia, che viene ribadita sia da Federico Barbarossa che da Federico II. A differenza degli altri borghi della Lunigiana, perciò, Pontremoli è sempre stata in lotta con i Malaspina e per sfuggire alla loro dominazione ha stretto alleanze con grandi città dell’Emilia quali Parma e Piacenza, interessate al suo ruolo di “chiave d’accesso” dell’Appennino.
Dal XIV secolo Pontremoli è ormai ambito dalle principali signorie italiane e vede definitivamente compromessa la sua autonomia comunale. Si succedono al possesso del borgo i Rossi di Parma, gli Scaligeri di Verona, i Visconti e gli Sforza di Milano, nonché Francesi e Spagnoli. Tutti, pur di assicurarsene il controllo, non esitano a concedere alla città di organizzarsi secondo i suoi statuti autonomi, pur operando su di essa molteplici ingerenze.
Nella metà del XVII secolo Pontremoli riesce finalmente ad entrare in un’epoca di stabilità politica, grazie alla sua annessione al Granducato di Toscana e al suo impiego come punto d’appoggio per il commercio tra l’Europa settentrionale e il porto di Livorno, fondato dai Medici. In questo periodo il borgo perde parte della sua fisionomia medievale con il sorgere di ville e palazzi residenziali e del Teatro della Rosa, mentre le chiese vengono ristrutturate e decorate in chiave barocca.
Dichiarata “Città nobile” nel 1778, per volontà del Granduca Pietro Leopoldo di Lorena, Pontremoli riceve anche l’investitura di sede vescovile da parte di Pio IV, nel 1787. Dopo l’occupazione francese e la Restaurazione, la città torna brevemente allo stato lorenese, per essere poi annessa al Ducato di Parma, dal quale si libera con i moti risorgimentali del 1859-60 che daranno vita all’Unità d’Italia.