Pietrasanta, di origini medievali, è considerata la capitale della lavorazione artistica del marmo. Si trova in provincia di Lucca ed ha una popolazione di circa 24000 abitanti. All’interno del comune si possono ammirare la Collegiata di San Martino e la chiesa di Sant’Abate.
La città porta il nome del suo fondatore, il podestà di Lucca Guiscardo da Pietrasanta. Questi dà vita al nucleo originale del borgo nei dintorni della Rocca di Sala, un’antica fortezza nata nel periodo di predominio dell’area da parte dei Longobardi. Un autentico sviluppo economico e urbanistico avviene però nel periodo di governo di Castruccio Castracani, tra il 1316 ed il 1328.
In seguito la città passa sotto il governo di Genova, in cambio di un prestito in denaro. Dopo averla temporaneamente ripresa, Lucca è costretta a ricederla alla città ligure, insieme al porto di Motrone, in mancanza di fondi per acquistarla a titolo definitivo. Nel 1484, assediata ed occupata dalle truppe fiorentine per ordine dei Medici, la città entra a far parte dei domini del Granducato Toscano.
Nel 1494 avviene un nuovo cambio di padrone, allorché le truppe francesi, guidate dal sovrano Carlo VIII d’Angiò, scendono in Italia e conquistano Pietrasanta, restituendola a Lucca. Nel 1513 l’intervento favorevole di Leone X, pontefice figlio di Lorenzo il Magnifico, permette a Firenze di riprendersi il borgo, che a questo punto entra in pianta stabile nell’orbita del Granducato di Toscana.
Il governo dei Medici non compie alcuna significativa opera nel territorio, mentre invece la nuova dinastia salita al potere a Firenze nel XVIII secolo, i Lorena, opera con vigore. In particolare, a fine Settecento, vengono compiute numerose opere di bonifica grazie alle quali Pietrasanta conquista un’invidiabile estensione territoriale. Ben presto l’antico borgo si guadagna il rango di “città nobile”, conferitogli nel 1841. Il suo patrimonio, dalle belle costruzioni d’epoca all’ormai consolidata lavorazione del marmo, richiama sulle sue spiagge il turismo d’élite della penisola.
Nel 1860, con un Plebiscito, il vicariato di Pietrasanta si annette al neonato Regno d’Italia. Oltre all’attuale comune esso comprende i territori della cosiddetta “Versilia storica”: Forte dei Marmi, Seravezza e Stazzema. Questi si renderanno autonomi all’inizio del Novecento, approfittando della crescita demografica derivante proprio dalle bonifiche leopoldine del secolo precedente.