La storia di Piombino, oggi comune in provincia di Livorno con circa 33000 abitanti, è testimoniata da una notevole ricchezza architettonica. Nella città si possono visitare il Torrione-Rivellino, antica porta costruita nel 1212, il Castello Pisano del XVI secolo, il Palazzo Comunale del 1435, la trecentesca Casa-torre delle Bifore e la Fonte di Marina in stile romanico.
Posto su di un promontorio che si affaccia sul mar Tirreno, Piombino è stato un centro dalla particolare importanza strategica fin dalle origini del suo insediamento medievale. Non a caso già nel 1162 la Repubblica di Pisa riesce ad assicurarsi di esercitare un protettorato sul borgo, organizzato come libero comune e già al centro dei traffici di minerali ferrosi provenienti dall’isola d’Elba, di sale proveniente dalle sue coste e delle derrate alimentari prodotte in Maremma.
Divenuto uno degli scali principali della costa pisana, Piombino incrementa il suo volume d’affari al punto da non risentire minimamente della decadenza di Pisa. Con l’annessione dell’antica repubblica marinara al Granducato di Toscana, Piombino si trasforma in un principato autonomo. Nel 1399 nasce il Principato di Piombino, governato da Gherardo Appiani, un piccolo stato che riuscirà ad affermare la sua indipendenza da Firenze, sotto varie forme, per ben quattro secoli.
La signoria degli Appiani è quella cui si devono le principali architetture della città come il Rivellino, sorto nel 1447 in occasione dell’infruttuoso assedio della città da parte delle truppe partenopee di Alfonso I d’Aragona. Sembra alcuni dei progetti urbanistici siano stati seguiti addirittura dal grande Leonardo da Vinci, personalità di spicco della cultura rinascimentale toscana. D’altronde la città richiede sforzi sempre maggiori per la sua difesa, continuamente minacciata da potenze straniere che vedono in Piombino un territorio ricco ed allettante ed uno scalo sicuro per le loro navi.
Agli Appiani succedono i Ludovisi, il cui problema principale, soprattutto a partire dal Settecento, sarà il recupero dei terreni paludosi della piana piombinese. Le opere di bonifica intraprese risparmiano solo una piccola porzione di territorio, il padule degli Orti-Bottagone, che oggi è un’oasi protetta del WWF. La dinastia dei Ludovisi, in seguito Boncompagni-Ludovisi, lascia il posto all’occupazione napoleonica dei primi Ottocento.
La conquista della toscana da parte di Napoleone dà infatti vita ad una nuova signoria, quella della sorella dell’imperatore Elisa Bonaparte, detta la “Baciocca” per via del suo matrimonio con Felice Baciocchi. La nuova sovrana inaugura una vera e propria “belle époque” piombinese, grazie alla quale la città si guadagna l’appellativo di “piccola Parigi”. Con la caduta di Napoleone, Piombino ed i suoi territori vengono assegnati al Granducato di Toscana, dopo il Congresso di Vienna del 1815. È in quegli anni che la fisionomia economica di Piombino si trasforma da centro commerciale a centro della nascente industria siderurgica.